Coronavirus: Regione Lombardia ci spieghi dove catena di sorveglianza epidemiologica ha fallito


“Una prima buona notizia è la dichiarazione dell’assessore che sono stati attivati più laboratori analisi per eseguire i tamponi, recependo (tra le altre) le mie indicazioni: da 22 i laboratori sono 25, + altri 4 in via di approvazione e 13 altre candidature di laboratori in fase di valutazione.

Questo aumenterà il numero di tamponi effettuati e ridurrà i tempi di refertazione dei tamponi. Abbiamo inoltre appreso che le USCA, unità preposte alle visite mediche a domicilio, sono 36 in tutta la regione, composti da 2-3 medici ognuna. Si desume che ad oggi le visite a domicilio per 10 milioni di abitanti sono responsabilità di massimo 108, minimo 72 medici.

La mia domanda verteva sui meccanismi che non hanno funzionato nella di sorveglianza epidemiologica dalla periferia alla Regione: ‘già a gennaio la catena di comunicazione della segnalazione di polmoniti atipiche, mentre in Cina scoppiava una epidemia mondiale di polmoniti anomale, non ha raggiunto la catena di comando della regione. Dove e come il meccanismo di comunicazione si è interrotto?’. L’assessore non è entrato nel merito, ma il Consigliere di maggioranza della Lega, Mariani, medico di medicina generale, ha sottolineato che lui e suoi colleghi, hanno iniziato a vedere polmoniti atipiche addirittura a novembre.

A maggior ragione, continueremo a chiedere come e dove la catena di sorveglianza epidemiologica ha fallito nel segnalare a Regione la presenza di  malattie anomale fin da novembre” dichiara Michele Usuelli, consigliere della Regione Lombardia +Europa-Radicali e medico, commentando l’odierna seduta della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia.

3 aprile 2020