“Di fronte all’emergenza sanitaria in atto, da subito, come Radicali, abbiamo chiesto al governo misure specifiche per la tutela dei detenuti nelle carceri e ci siamo preoccupati delle persone trattenute nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, strutture che le ospitano in attesa di essere espulse dall’Italia”. Così in una nota Alessandro Capriccioli, consigliere regionale del Lazio di +Europa Radicali.
“Al ministro Lamorgese, oltre alla fornitura nei centri di presidi sanitari adeguati a tutela di ospiti e operatori, abbiamo chiesto di sospendere i nuovi ingressi che rischiano di diffondere il contagio all’interno dei centri. Oggi, dalla lettura della nuova circolare rivolta agli enti gestori dei Cpr, deduciamo che la nostra richiesta è stata ignorata: si chiede infatti agli enti gestori di mettere in quarantena le persone in ingresso per assicurarsi che passino isolati i 14 giorni.
In più si ribadisce il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari, nonostante l’impossibilità di ricevere visite di familiari e legali, prescrivendo al tempo stesso agli enti gestori di predisporre una serie di controlli sanitari evidentemente al di fuori delle loro possibilità. Si tratta di un vero e proprio accanimento, non soltanto ingiustificato alla luce della difficile situazione che stiamo vivendo, ma anche incompatibile con il carattere di queste strutture, che sono finalizzate a una detenzione meramente amministrativa.
Tutto ciò, inoltre, continua a mettere a rischio non solo la salute di ospiti, operatori e forze di polizia, ma genera tensioni che, in un momento difficile come questo, sarebbe bene prevenire e stemperare“.
27 marzo 2020