“È necessario che il Parlamento, non la maggioranza o i partiti o i gruppi, ma i singoli parlamentari abbiano un sussulto di responsabilità, senso delle istituzioni e di amore per i diritti e le libertà di autoderminazione dei cittadini.
Per questo oltre a continuare a chiedere che venga discussa in aula la legge di iniziativa popolare ‘Eutanasia legale’ ho deciso di sottoscrivere le altre tre proposte di legge di iniziativa parlamentare (Cecconi, Sarli e Rostan) che disciplinano il ricorso all’eutanasia”, lo annuncia Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa.
“L’esame del provvedimento sarebbe dovuto iniziare in Aula il 24 giugno, ma le commissioni congiunte Affari sociali e Giustizia non sono state in grado di adottare un testo base sul tema dell’eutanasia e hanno deciso, per ora, di restringere il proprio ambito di esame a una modifica dell’art. 580 c.p. Per questo hanno chiesto al Presidente Fico un rinvio fino al 15 luglio per consentire un altro breve ciclo di audizioni, che si è tenuto oggi, sul punto specifico della modifica dell’art. 580 del codice penale sull’aiuto al suicidio”, fa sapere Magi.
“Quello che appare chiaro, da una lettura attenta dell’ordinanza della Corte Costituzionale sul processo a Marco Cappato per il caso Dj Fabo e dalle audizioni di stamattina, è che la sola modifica dell’art. 580 con l’introduzione di attenuanti o perfino di una depenalizzazione senza la regolamentazione di un percorso che porti all’accettazione o meno della richiesta eutanasia del cittadino, non può colmare il vuoto di tutele evidenziate dalla Corte nel nostro ordinamento, né sanare l’illegittimità costituzionale del divieto assoluto di aiuto al suicidio. D’altra parte, la proposta depositata pochi giorni fa dalla Lega anziché fare passi avanti va a modificare in modo peggiorativo la stessa legge sul testamento biologico”, denuncia il deputato radicale.
“Mi rivolgo in particolare ai colleghi del Partito Democratico, che al momento non hanno depositato alcuna proposta sul tema, a fronte anche di una pronuncia pubblica e recente del segretario Zingaretti che il 9 maggio scorso si è detto favorevole alla legalizzazione dell’eutanasia. Sarebbe inaccettabile e grave che i gruppi parlamentari più consistenti non consentissero una discussione in aula e non la animassero con un contributo all’altezza dell’intervento invocato dalla Corte.
Non è questione di maggioranza e opposizione, non è questione da ‘contratto di governo’: è questione che attiene alla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini italiani quella su cui siamo chiamati ad attivarci e a decidere”, conclude Riccardo Magi.