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DEF: certifica che finanze pubbliche insostenibili senza nuovi lavoratori stranieri. Ma occorre integrazione


“Nel DEF che da molti osservatori è stato definito “del realismo”, il Ministro Tria non solo mette finalmente nero su bianco i danni inferti al Paese con la manovra e i rischi in termini di tenuta dei conti pubblici in assenza di misure correttive, ma offre anche importanti spunti di riflessione sulla politica complessiva di questo Governo”, lo dichiarano Silvja Manzi, Segretaria di Radicali Italiani, e Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa. 

“Uno di questi spunti di riflessione deriva dalle proiezioni di lungo periodo del debito pubblico, che, tenendo conto degli attuali andamenti demografici, nei prossimi vent’anni potrebbe risultare insostenibile, con gravi rischi per il sistema di welfare e per la coesione sociale. Occorre quindi incentivare la partecipazione alla forza lavoro, per compensare l’incremento di spesa sanitaria e pensionistica legato all’invecchiamento della popolazione. Ma non basta: occorre – e lo certifica proprio il DEF – una politica che favorisca l’ingresso nel mercato del lavoro italiano di un flusso più elevato di lavoratori stranieri.

Il DEF infatti stima che ‘un aumento del flusso netto migratorio del 33 per cento a partire dal 2019 permetterebbe di diminuire sensibilmente il rapporto debito/PIL rispetto al baseline, con una riduzione media di circa 18,5 punti di PIL nel periodo 2023-2070’. Ecco quindi che lo stesso Ministro dell’Economia smentisce la fallimentare (oltre che disumana) politica di contrasto all’immigrazione del Governo”, sottolineano Manzi e Magi. “Occorre però  non solo accogliere, ma anche includere e integrare i migranti nella società italiana e nel mercato del lavoro. È per questo che facciamo appello a tutte le forze parlamentari responsabili affinché sostengano l’iter parlamentare della proposta di legge di iniziativa popolare della campagna ‘Ero Straniero’ che introduce nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari, il cui esame è appena iniziato in Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Si tratta di un’opportunità concreta per aprire un dibattito che vada oltre il miope dibattito elettorale e che riguarda il futuro del Paese e delle sue generazioni più giovani”, concludono.  

18 aprile 2019