Mozioni particolari
Approvate
Mozione Particolare Contro la Privatizzazione della Giustizia in Rete
Il Comitato Nazionale di Radicali Italiani, riunito a Roma dal 20 al 22 gennaio considerato che:
- giovedì 19 gennaio è stato approvato dalla XIV Commissione Permanente per le Politiche dell’Unione europea alla Camera l’emendamento dell’On. Fava (Lega Nord) che prevede il ribaltamento del principio garantista in Rete introducendo l’obbligo per gli hosting provider (inclusi siti come Google, Yahoo, Facebook) di rimuovere contenuti in seguito alla semplice richiesta di una parte interessata;
- tale privatizzazione della giustizia è destinata ad ampliare i già documentati abusi da parte dei detentori di diritti d’autore, anche per l’esistenza di complesse e numerose eccezioni, dal diritto di cronaca all’uso ai fini didattici;
- lunedì 23 gennaio scadrà la presentazione di emendamenti in Aula. Il deputato radicale Marco Beltrandi ha annunciato la presentazione di un emendamento soppressivo;
impegna gli organi dirigenti
- a promuovere, innanzitutto tra gli iscritti ed attivisti del movimento, la conoscenza della pericolosità di tale norma e a sostenere una mobilitazione che sostenga le iniziative volte alla sua abrogazione.
Prima firma: Luca Nicotra
Ritirate
Mala giustizia Civile: Media-conciliazione obbligatoria ennesima beffa per il cittadino
Ritirata e poi accolta dal Segretario esclusivamente nel senso di ritenere preferibile una adesione volontaria alla mediazione perchè conveniente piuttosto che perchè obbligatoria
Dal 21 marzo scorso è divenuto obbligatorio il ricorso agli organismi di mediazione registrati in apposito albo tenuto presso il Ministero di Giustizia, per esperire il tentativo di conciliazione, prodromico all’instaurazione di contenziosi giudiziari in determinate materie quali i diritti reali, successioni ereditarie, divisione, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto aziende, contratti assicurativi, bancari e finanziari, risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa e da responsabilità medica; a decorrere dal marzo del 2012 anche per il risarcimento danni da RCA e per le liti condominiali.
La previsione normativa ex d.lgs 28/2010, attraverso un “disincentivo” a ricorrere ai tribunali e giudici di pace vorrebbe evitare la proposizione di nuovo contenzioso, ed in virtù di tanto, recuperare l’immane e pluriennale arretrato della Giustizia Civile. Ci preme tralasciare i pur non trascurabili motivi di illiceità costituzionale delle norme che hanno reso obbligatoria la media-conciliazione in parola, su cui tanto si è dibattuto e sui quali siamo tutti in attesa si esprima il Giudice delle Leggi; quello di cui vorrei far cenno è, invece, il taglio pratico dell’intervento di riforma, cioè se davvero servirà a decongestionare la Giustizia Civile italiana, o se sarà solo una cartina di tornasole, espediente utile ad illudere tanti giovani professionisti di belle speranze e/o a celare il tornaconto economico di qualcuno. Ed è innegabile, infatti, che ad oggi in Italia sono più numerosi gli organismi deputati alla mediazione (con il business artatamente creato già da mesi prima del varo della riforma) che le cause ad essi instradate: figuriamoci quelle mediate positivamente.
Ci chiediamo: è possibile che il legislatore (e qualche giudice che pensa di poter avere meno contenzioso sul ruolo) sia ancora convinto della bontà di una riforma che è un aggravio di costi per il cittadino, un umiliante orpello per il professionista forense ed un illogico non-sense: se due fratelli litigano per un eredità, non sarà certo una conciliazione che spilla loro altre migliaia di euro a metterli d’accordo o a farli desistere dall’adire il Giudice. Già, il Giudice. Questo è il nodo della questione, ed è, almeno per noi, un insopportabile groppo in gola. Può l’esercizio della Giustizia essere rimesso ai privati? Certo, se contrattualmente previsto, le parti demandano la decisione di una questione ad un arbitro: e l’arbitrato è un istituto regolato dal nostro sistema normativo, come da tutti quelli dei paesi occidentali e non solo, più o meno liberisti, più o meno statalisti. La democrazia americana contempla dei giudici non di carriera ( ma li abbiamo anche noi): ma essi amministrano la Giustizia perché a ciò investiti dal voto popolare, massima espressione di una democrazia: quindi sono diretta emanazione, anche se non professionale come i giudici di carriera, dello Stato, attraverso gli elettori.
I nostri mediatori, che non giudicano, ma contribuiscono a farlo (le loro proposte di mediazione, se obbligatorie per regolamento o se richieste dalle parti, in caso di mancato accordo e di ricorso alla giustizia ordinaria, vincolano il Giudice in merito alle spese…..e ad essere cattivi…in molti casi forniranno le motivazioni di future sentenze…), cosa sono? Dei professionisti, più o meno esperti, che collaborano con Enti, Associazioni, Società commerciali, tutti soggetti Privati, che gestiranno il flusso di contenzioso con un unico intento: guadagnare per stare sul mercato. E se anche la Giustizia, dopo la Politica, si asservisse alle logiche economiche…Precludendo dunque, come oggi, il ricorso ordinario al Magistrato attraverso l’obbligatorietà della mediazione a pena di improcedibilità della domanda, si mortifica un sistema. Il fallimento della media-conciliazione obbligatoria è la garanzia stessa della sopravvivenza della Giustizia, considerato che la vera riforma che da anni si invoca non è quella che consiste nell’aggiungere giudici di diversa natura ed emanazione; ma semmai di veder migliorato il sistema stesso attraverso il rimpinguamento di fondi e risorse, con il reclutamento di migliaia di nuovi magistrati, Togati dallo Stato e non da una S.r.l.; l’assunzione di nuovo personale di Cancelleria; l’acquisto di strumenti idonei alla piena ed efficiente informatizzazione del processo.
Vorremmo poter un giorno frequentare un Pubblico Tribunale in cui non manchi la carta per fotocopiare un provvedimento del Giudice, vorrei non dover aspettare tempi biblici per la pubblicazione delle sentenze: questa sarebbe la vera Riforma. Tutto questo si ricollega alla lotta per l’Amnistia da noi condotta,amnistia non come provvedimento tout-court ma come provvedimento che fa entrare nuove risorse per Riformare effettivamente la giustizia penale e civile con le misure di cui sopra.
Ad ogni buon conto a breve entro il 6 febbraio si terra’ la seduta della Corte Costituzionale che dovrà poi pronunciarsi sulla costituzionalità dell’obbligatorietà della conciliazione ormai unica vera speranza di far fallire questa brutta, anticostituzionale e anti stato di diritto norma che si vuole qualificare riforma ma che serve unicamente ad aggiungere un nuovo onerosissimo balzello al cittadino pur sapendo che questo tentativo sarà un fallimento….
Con questa mozione Radicali Italiani si impegna a promuovere iniziative non violente volte a manifestare contro questa ennesima contro-riforma che allunga i tempi per ottenere giustizia e moltiplica in modo esponenziale i costi per il cittadino.
Prima firma: Emilio Martucci
Raccomandazioni
1) Raccomandazione accolta dalla presidenza
Si raccomanda
di aggiornare l’anagrafe degli eletti radicali, oggi ferma ad un paio di anni fa, di predisporre e pubblicare l’anagrafe dei dirigenti radicali e dei componenti della giunta e dei componenti del comitato nazionale, almeno limitatamente alla loro attività all’interno del comitato, presenza incluse, così come già deciso nella prima riunione del comitato 2011.
Altresì si raccomanda di pubblicare sul sito il profilo, i dati e l’anagrafe pubblica di eletto del dr. Achille Chiomento, nostro consigliere comunale a Bolzano.
Primo Firmatario: Domenico Spena
2) Raccomandazione accolta dalla presidenza
Il Comitato da facoltà al segretario di Radicali Italiani, dopo aver consultato il tesoriere, la giunta e la direzione, di estendere di volta in volta inviti a partecipare ai suoi lavori con possibilità di intervento della durata di volta in volta da concordare a personalità che si ritengono utili per i lavori stessi.
Primo Firmatario: Valter Vecellio
Emendamenti
Respinto
Dopo la parola “impresa” inserire il seguente testo:
Il comitato, ritenendo che proprio nelle amministrazioni locali si concentri uno dei gangli fondamentali della deriva partitocratica italiana e della “Peste Italiana”,
invita gli organi statuari del movimento
a non sostenere la presentazione di liste e di candidati in altre liste alle prossime elezioni amministrative, che richiamino in ogni modo la partecipazione alla vicenda politica di Radicali Italiani;
a presentare alla prossima riunione del comitato casi eccezionali da porre alla valutazione dell’assemblea nell’eventualità che, come nell’occasione delle amministrative milanesi dello scorso anno, si tratti di occasione favorevoli alla rottura della continuità di regime e all’avvio di una stagione di rinnovata legalità.Primo Firmatario: Marco Di Salvo–