Comitato Nazionale di Radicali Italiani: la mozione generale approvata

Di seguito il testo integrale della mozione generale a prima firma Mario Staderini e Michele De Lucia approvata a larga maggioranza dal Comitato Nazionale di Radicali Italiani, riunitosi dal 7 al 9 ottobre 2011:

Il Comitato Nazionale di Radicali Italiani, riunito a Roma il 7, 8 e 9 ottobre 2011, ascoltate le relazioni del Segretario e del Tesoriere, le approva.

La crisi delle democrazie reali a livello internazionale rende manifesta l’incapacità degli Stati nazionali di affrontare le grandi questioni del nostro tempo, dalla crisi finanziaria e dei debiti sovrani ai flussi di migranti, dai rischi della “bomba” demografica al debito ecologico, sino all’universale riconoscimento dei diritti umani e alla concreta vigenza delle convenzioni internazionali.

In Italia, il collasso economico e finanziario determinato dal pluridecennale prevalere del partito della spesa pubblica e del conservatorismo corporativo e controriformatore, si dimostra irrisolvibile sino a quando non saranno affrontate le ragioni strutturali che hanno portato alla progressiva distruzione dello Stato di diritto, con la bancarotta del servizio giustizia e il conseguente venir meno delle condizioni minime di rispetto delle regole democratiche.

In questo contesto, il Comitato ripropone e fa suo l’autorevole messaggio-monito del Presidente della Repubblica in occasione del Convegno “Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano” tenutosi il 28-29 luglio 2011 e promosso dal Presidente del Senato: c’è una realtà “che ci umilia in Europa e ci allarma per la sofferenza, fino all’impulso a togliersi la vita, di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo. Per non parlare dell’estremo orrore dei residui degli ospedali giudiziari inconcepibile in qualsiasi Paese appena civile”.

Riprende l’accorata denuncia del Presidente Napolitano secondo il quale “è evidente l’abisso che separa la realtà carceraria di oggi dal dettato costituzionale sulla funzione rieducatrice della pena e sui diritti e la dignità della persona, una realtà non giustificabile in nome della sicurezza, che ne viene più insidiata che garantita, e dalla quale non si può distogliere lo sguardo”.

Denuncia la cortina di silenzio che è caduta sulle parole del Presidente, sull’iniziativa nonviolenta iniziata il 20 aprile da Marco Pannella e condotta insieme a Rita Bernardini, Irene Testa e migliaia di cittadini e componenti della comunità penitenziaria, nonché sulla “prepotente urgenza costituzionale e civile” rappresentata dalle condizioni delle carceri e dal dissesto della giustizia italiana. Ad oggi, infatti, come ampiamente documentato dai rapporti elaborati dal Centro di Ascolto, i mezzi di comunicazione e segnatamente il servizio pubblico radiotelevisivo non hanno assicurato agli italiani occasioni di approfondimento e dibattito circa le ragioni e le soluzioni prospettate, e ciò nonostante i richiami espliciti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il Comitato fa proprie le ragioni che hanno portato i deputati Radicali ad astenersi dalla votazione di sfiducia al Ministro Romano, ringraziandoli per aver posto all’attenzione del Parlamento una priorità istituzionale che Governo, maggioranza e opposizione ostentatamente mostrano di voler ignorare. Nello stigmatizzare l’opportunità perduta in occasione della convocazione straordinaria del Senato di scegliere l’amnistia quale premessa riformatrice del sistema giustizia, il Comitato pone loro, unitamente alle forze politiche e agli operatori dell’informazione, il semplice quesito: se non l’amnistia, quale altro provvedimento consentirebbe una soluzione urgente e adeguata?

Il Comitato sottolinea come, con riferimento ai propositi di espulsione mezzo stampa dei deputati Radicali dal gruppo del Partito Democratico -dal quale peraltro sono da tempo autosospesi-, la vera questione sia in realtà se ad essere espulsi dal PD saranno i temi e le proposte riformatrici di cui i Radicali sono portatori, a partire dallo Stato di diritto, le condizioni della democrazia e i diritti umani. Dal testamento biologico alla ricerca scientifica, dal riconoscimento giuridico delle famiglie non fondate sul matrimonio al finanziamento pubblico dei partiti e delle chiese, gran parte degli elettori del PD sono da sempre nostri naturali alleati mentre la loro classe dirigente ha scelto di non avere una posizione.

Il Comitato, di fronte al movimentismo di noti imprenditori ed alle stesse posizioni espresse recentemente da Confindustria, il cui manifesto oltre ad essere tardivo rischia di ridursi a un mero riposizionamento nell’assetto oligarchico italiano, non può non ricordare quanto le riforme economiche e sociali oggi finalmente poste al centro dell’agenda politica sotto la spinta delle richieste provenienti dalle istituzioni internazionali rappresentano da trent’anni il programma dei Radicali, unica forza politica capace di organizzare intorno ad esso iniziative e lotte, a partire dai referendum che la partitocrazia ha sabotato e tradito.

Impegna gli organi dirigenti a porre in essere un lavoro istruttorio che consenta al X Congresso di Radicali Italiani di valutare una radicale e complessiva strategia di riforme del nostro Paese.

Il Comitato invita a partecipare al Congresso le personalità politiche e parlamentari che ritengano urgente operare uno strappo liberale -rispetto al simmetrico immobilismo del potere di destra, centro e sinistra- su alcuni dei temi potenzialmente rivoluzionari degli assetti esistenti, dalla riforma dello Stato (in senso presidenzialista, federalista europea e “uninominale anglosassone”) all’abolizione dei finanziamenti pubblici a partiti, corporazioni e chiese; dall’amnistia per la riforma della giustizia agli antiproibizionismi su tutto.

Invita in particolare gli imprenditori italiani ad intervenire al Congresso per rilanciare l’alternativa antistatalista e anticorporativa al declino del sistema economico italiano, candidandosi direttamente a realizzare con Radicali italiani quelle riforme che Confindustria ha finora espressamente rifiutato, e con lei i vari Della Valle e Montezemolo che solo ora scoprono l’impotenza del sistema al quale si sono affidati in alternativa alle storiche proposte radicali.

A partire dai successi ottenuti in questo anno rispetto alla presenza del Movimento nell’online, dalla crescita qualitativa e quantitativa del nuovo radicali.it alle mobilitazioni sui social network come la campagna contro i privilegi fiscali vaticani e quella sui contributi silenti, dalla storica vittoria della class action radicale per i diritti digitali alle campagne per la libertà della Rete di Agorà Digitale e dei parlamentari radicali, il Comitato impegna gli organi dirigenti presentare al prossimo Congresso, sulla base delle esperienze maturate, proposte di nuove forme di azione politica e organizzazione in Rete, in particolare invita gli organi a illustrare in occasione del Congresso una simulazione tecnica di possibile presentazione elettorale di liste formate attraverso un processo di selezione basato sulla rete Internet”.