Nel 2022 l’Italia è stata dichiarata inadempiente dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per i persistenti ritardi nei pagamenti della P.A. per i lavori commissionati. Le lunghe attese nei pagamenti sono un grave problema per migliaia imprese, mettendo in difficoltà il sistema produttivo per mancanza di liquidità. Ad oggi il debito commerciale dello Stato nei confronti delle imprese ha raggiunto i 50 miliardi di euro, limitandosi alle sole spese correnti. Le spese non pagate per la realizzazione di investimenti pubblici, ora escluse da qualsiasi compensazione, valgono ulteriori 10 miliardi. Dunque, oltre 60 miliardi complessivi.
Con questa proposta di legge, professionisti e imprese, ottenuta la certificazione del credito, potranno utilizzarlo per il pagamento allo Stato di imposte e contributi o cederlo ad un intermediario finanziario.
In particolare, si stabilisce che, a partire dal 1° gennaio 2024, i crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti delle Regioni, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale per somministrazione, forniture e appalti, possano essere compensati con le somme dovute a titolo di tributo anche per il pagamento di quelli futuri, ora esclusi, e anche per crediti derivanti da spese in conto capitale, ora esclusi.