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Le proposte Radicali per la legalizzazione

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PER CHIEDERE AL PARLAMENTO DI LEGALIZZARE LA CANNABIS

È ora di riaccendere un dibattito serio e responsabile sulla legalizzazione della cannabis.

I cittadini italiani si sono espressi molte volte a favore di questo tema ma da troppo tempo aspettano una risposta dal Parlamento.

È ora di piantarla con l’ipocrisia.

Legalizzare la cannabis significa mettere fine agli affari delle mafie, significa riconoscere ai cittadini la libertà di consumare in modo più sicuro e responsabile, la libertà di curarsi o di intraprendere un’attività economica nella piena legalità.

Le nostre ragioni

Legalizzare non significa promuovere, fare pubblicità o sollecitare. Legalizzare vuol dire regolamentare.

– La legalizzazione contribuirebbe a sottrarre i profitti delle mafie, nonché la criminalità collegata alla produzione e allo spaccio. L’obiettivo è sottrarre quella parte di mercato che le mafie controllano in totale autonomia attraverso produzione, importazione (traffico), vendita e spaccio.

– I dati dei Paesi che hanno legalizzato la cannabis non hanno registrato un aumento nel suo consumo.

– La legalizzazione favorirebbe una maggiore libertà nel condurre ricerca scientifica pura e applicata allo sviluppo di nuove terapie per decine di malattie – La proibizione sulle piante e le sostanze psicoattive derivate, infatti, blocca il progresso della scienza con danni gravissimi per la salute di milioni di persone.

– La legalizzazione renderebbe omogenea ed accessibile in tutta Italia la cannabis ad uso terapeutico, al momento possibile solo in alcune Regioni. L’efficacia farmacologica dei cannabinoidi nella terapia del dolore è provata da studi universalmente condivisi. La legalizzazione faciliterebbe l’uso terapeutico della canapa medicinale ad ogni paziente affetto da particolari patologie.

– La legalizzazione contribuirebbe anche a ridurre il sovraffollamento delle carceri: milioni di persone sono in carcere per reati di droga connessi allo spaccio e detenzione di cannabis. È un numero enorme, che corrisponde quasi alla metà di tutti i reclusi per droga, complessivamente circa il 40% dei carcerati.

La proposta di legge

Ecco cosa prevede la proposta di legge per la regolamentazione della produzione, del consumo e del commercio della cannabis e suoi derivati presentata in Corte di Cassazione il 18 marzo 2016 e depositata al Parlamento a novembre 2016.

  1. Auto-coltivazione libera fino a cinque piante, con comunicazione da 6 a 10
  2. Possibilità di associazione in cannabis social club non a fini di lucro (fino a un massimo di 100 componenti che possono coltivare cinque piante femmine a testa)
  3. Coltivazione e fini commerciali previa comunicazione dell’inizio della coltivazione, nome e varietà di cannabis utilizzate e quantità di seme per ettaro
  4. Sulle confezioni dei prodotti sarà specificato il livello di THC, la provenienza geografica e l’avvertimento che “un consumo non consapevole può danneggiare la salute”
  5. I rivenditori non potranno essere nelle immediate vicinanze delle scuole né sarà possibile pubblicizzare i prodotti
  6. Promozione ulteriore dell’accesso ai cannabinoidi medici ampliandolo chiaramente ai malati affetti da sintomatologie che rispondano favorevolmente ai preparati
  7. Controllo della produzione è affidato alla direzione generale sulle frodi agro-alimentari del Ministero delle politiche agricole e dal Comando carabinieri per la tutela della salute presso il Ministro della salute
  8. Relazione annuale al Parlamento
  9. Tassazione mutuata dal “Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative” del 1995
  10. Sanzioni amministrative fino a un massimo di 5000 euro per chi viola la nuova normativa
  11. Nuovi introiti destinati a: 10% per campagne informative, 15% per attività di previdenza sociale, 15% per  attività di assistenza sociale, 20% per la riduzione delle imposte sul lavoro e impresa e per il finanziamento di incentivi all’occupazione, 30% per investimenti produttivi, il rimanente 10% per la  riduzione del debito pubblico
  12. Vengono infine abolite tutte le sanzioni penali anche per l’uso personale di tutte le altre sostanze proibite e si introduce una norma volta alla scarcerazione di coloro che hanno subito una condanna relativa a condotte legalizzate con la proposta di legge.